La figura del "Two-Spirit".

di socialclimatejustice.blogspot.com

Decostruzione antropologica di un presunto "Ordine  Naturale"

L'antropologo Francesco Remotti orchestra una critica serrata al concetto di "natura umana" stabile, universale e immutabile, così come proposto dal magistero della Chiesa Cattolica.
Attraverso un'argomentazione ricca di esempi etnografici, Remotti si propone di dimostrare come ciò che viene definito "naturale" in ambito di famiglia, matrimonio e genere sia in realtà il prodotto di specifiche costruzioni culturali.
In questo quadro, la figura del "Two-Spirit" (o "berdache", secondo la terminologia coloniale più datata e offensiva) emerge come un cuneo antropologico capace di scardinare la rigidità del binarismo di genere occidentale.

Sfidare l'Assoluto

L'antropologo torinese adotta una prospettiva (relativista) del sapere antropologico che fa della variabilità e della molteplicità delle soluzioni umane il suo fulcro.
L'obiettivo è dimostrare come le società umane operino delle scelte, delle "antropo-poiesi", ovvero dei processi di auto-costruzione che danno vita a una foresta lussureggiante di forme culturali.
La famiglia nucleare monogamica eterosessuale, difesa dalla Chiesa come l'unica conforme alla "Natura" e a Dio, viene de-naturalizzata e presentata come una delle tante possibili forme di "gruppo domestico", né più né meno "naturale" della poliginia, della poliandria o di altre configurazioni familiari documentate dall'etnografia.
In questo contesto di critica alla naturalizzazione dell'ordine sociale si inserisce l'analisi delle concezioni di genere.

Il "Two-Spirit" come esempio di un "Terzo Genere"

Per smontare l'idea che la divisione tra maschile e femminile sia un dato biologico che si traduce universalmente in due soli generi sociali contrapposti, Remotti attinge ampiamente alla documentazione etnografica sulle società native nordamericane.
In quasi centocinquanta di queste culture, era istituzionalizzata una figura che i primi colonizzatori europei, con disprezzo, etichettarono come "berdache".
Remotti, seguendo la sensibilità antropologica contemporanea, adotta e spiega il significato del termine "Two-Spirit" (letteralmente "Due Spiriti"), emerso negli anni '90 per rivendicare un'identità indigena e spirituale.
Questo termine, traduzione dall'Anishinaabemowin "niizh manidoowag", non indica semplicemente l'omosessualità, ma descrive una condizione ontologica più complessa: un individuo, biologicamente maschio o femmina, che incarna in sé sia lo spirito maschile che quello femminile.
Questa dualità spirituale conferiva a questi individui uno status speciale, spesso associato a poteri sciamanici, a un ruolo di mediatore e a un grande prestigio sociale.
I Two-Spirit non erano visti come una deviazione dalla norma, ma come un "terzo genere" pienamente integrato, con ruoli economici, sociali e cerimoniali specifici.
Potevano intraprendere occupazioni tipiche del genere opposto, indossarne gli abiti e unirsi in matrimonio con persone dello stesso sesso, senza che questo fosse considerato anomalo.
L'esempio dei Two-Spirit svolge una funzione cruciale su più livelli.
Esso dimostra la "costruzione culturale del Genere": l'associazione "sesso anatomico = identità di genere = ruolo sociale" non è un'equazione universale.
Le società native americane dimostrano di aver concepito e istituzionalizzato una via di mezzo, una terza possibilità che trascende e combina la dicotomia maschio/femmina.
Questo mostra come il genere sia una costruzione sociale, un modo in cui le culture interpretano e modellano le potenzialità umane.
Inoltre, presentando una figura che godeva di rispetto e di un ruolo sacro, Remotti critica l'"Etnocentrismo occidentale", mettendo in luce la violenza epistemologica e fisica del colonialismo europeo.
I missionari e i conquistatori non solo non compresero, ma condannarono e perseguitarono i Two-Spirit, imponendo con la forza la propria visione binaria e morale del genere, etichettando come "contro natura" ciò che per altre culture era parte integrante e valorizzata del tessuto sociale e spirituale.
Remotti sovverte il concetto di "Natura": se in così tante e diverse culture umane è emersa spontaneamente una concezione non-binaria del genere, come si può sostenere che la "vera natura umana" sia esclusivamente binaria?
L'argomento di Remotti è sottile e potente: la "vera natura" dell'essere umano non risiede in una forma specifica (la famiglia nucleare, il genere binario), ma nella sua straordinaria capacità di creare forme diverse.
La pluralità non è una deviazione dalla norma, ma "è la norma stessa dell'esperienza umana".
L'atteggiamento "contro natura", diventa quello di chi cerca di sopprimere questa diversità in nome di un unico presunto modello "naturale".

L'Antropologia come lezione di pluralismo

Francesco Remotti non si limita a un esercizio di erudizione antropologica.
L'antropologo utilizza il sapere accumulato dalla sua disciplina come uno strumento di critica culturale e politica.
La figura del Two-Spirit non è una mera curiosità etnografica, ma un potente "operatore logico" che svela i limiti e l'arbitrarietà di una visione del mondo che si pretende assoluta.
Mostrando come altre società abbiano costruito mondi sociali e simbolici in cui la coesistenza di più generi era non solo possibile ma anche valorizzata, Remotti invita ad un esercizio di relativismo critico.
Si tratta di riconoscere che la foresta delle culture umane offre una gamma di soluzioni la cui esistenza stessa mette in discussione la presunta naturalità e universalità delle nostre.
Il Two-Spirit, nella lettura di Remotti, diventa un simbolo della plasticità umana e una testimonianza vivente contro ogni tentativo di imprigionare la complessità dell'esperienza umana nella gabbia di una "natura univoca e immutabile".



Francesco Remotti: "Contro natura. Una lettera al Papa".


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