Donne nel mondo: universalmente pagate meno degli uomini, le donne sono "concentrate" in alcuni settori lavorativi e "segregate" in lavori cosiddetti femminili.
La maggior parte dei governi nel mondo ha firmato trattati internazionali impegnandosi a difendere i diritti delle donne.
Uno è la convenzione ONU sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna, (Cedaw), che non è stata ratificata da Paesi come USA, Iran, Somalia e Sudan.
In questi Paesi, politici conservatori e gruppi religiosi si oppongono strenuamente, adducendo come motivazione un presunto indebolimento del ruolo delle donne nella società.
Il fondamentalismo religioso ed una rinascente intolleranza conservatrice, stanno minacciando i diritti delle donne in diverse parti del pianeta.
Milioni di donne in tutto il mondo vivono come schiave, ed è in crescita un sistema oppressivo legato soprattutto al traffico sessuale.
Le donne nel mondo
Il ruolo che lo Stato ha, nel caratterizzare le vite delle donne, non deve essere sottovalutato.
Gli stati stabiliscono i termini di accesso a sanità, istruzione, suffragio, diritti riproduttivi, protezione civile e sostenibilità ambientale, e stabiliscono le forme di discriminazione che vengono messe in atto a livello strutturale e istituzionale, anche nel piccolo e nel quotidiano.
L'aspettativa di vita è un irriducibile indicatore del benessere, globalmente è misurata in 74 anni per le donne e 70 per gli uomini, questa media si presenta però molto diversificata geograficamente.
Le donne vivono mediamente 87 anni ad Hong Kong, 85,7 in Italia, 84,6 in Australia, nell'Africa subsahariana l'aspettativa di vita delle donne è inferiore a 60 anni: nello Swaziland 48 anni, in Costa d'Avorio e Ciad 53, in Camerun e Sud Sudan 57.
Tenere le donne al loro posto
Come considerazione generale, si può affermare che le donne subiscano ovunque restrizioni, sulla loro presenza nella vita sociale, su come vestirsi, sulla propria condotta pubblica e privata.
In molti paesi, tenere le donne al loro posto è un vero e proprio impegno.
In Arabia Saudita le donne vivono letteralmente sotto "tutela maschile", e possono guidare automobili solo dal Giugno 2018.
Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNPF) ha dichiarato che circa 5.000 ragazze e donne vengono uccise, ogni anno nel mondo, per difendere l'onore dei membri delle loro famiglie o della comunità a cui appartengono.
L’onore risiede nel poter rivendicare un controllo sulle donne da parte dell’uomo.
Il numero delle vittime stimato dalle Nazioni Unite, è di circa 5 mila ogni anno: dal Pakistan all’India, dall'Iran alla Siria, passando per il Brasile e gli Stati Uniti.
La violenza, o la minaccia concreta di essa, è di gran lunga il più efficace strumento di controllo.
Le statistiche su abusi e maltrattamenti domestici sono inaffidabili, perché la violenza verso le donne è spesso ignorata, o addirittura perdonata dallo Stato, che la considera una questione privata.
In Inghilterra e Galles la violenza domestica costituisce oltre il 30% di tutti i crimini violenti.
In Italia il 21% delle donne tra i 16 e i 70 anni, ha subìto, nel corso della vita, una violenza sessuale; una donna perde la vita, per mano di un uomo, ogni 3 giorni.
Diritti di nascita
Milioni di donne sono impegnate a portare avanti una gravidanza molte volte nel corso della loro vita, spesso quando sono ancora bambine.
Il numero più alto di figli per donna si registra in Niger, con 7,6, in Somalia con 6,4, e Mali 6,1.
I numeri più bassi invece si rilevano in Portogallo, con 1,2 , come Hong Kong, Singapore e Corea del Sud; in Italia la media è pari a 1,29.
Nel mondo, circa il 12% delle donne sposate, o in una relazione, vuole posticipare o evitare la gravidanza ma non ha accesso ai contraccettivi, e questo accade perché spesso non può permetterseli.
Il fatto che le donne possano scegliere sulla loro maternità, ne influenza la libertà in tutti gli altri ambiti, la partecipazione economica, l'istruzione, la famiglia, e nei luoghi della politica e della società civile, così come la possibilità di essere economicamente e socialmente indipendenti.
Salute
Il 51% delle persone sieropositive sono donne, e le più giovani sono in una situazione di particolare svantaggio, quando si tratta di scegliere pratiche sessuali sicure con partner maschili più adulti.
Africa orientale e meridionale sono le regioni più colpite dall'HIV, pur accogliendo solamente il 6% della popolazione globale, contano più del 50% di persone che vivono con il virus in tutto il mondo.
Nei paesi industrializzati una donna su otto arriva a 85 anni di vita ammalandosi di tumore al seno, negli anni 70 questo numero era 1 su 20.
Nella maggior parte dell'Europa occidentale ed in Nord America, la percentuale di donne che muoiono di cancro al seno sta calando, ma i benefici delle cure sanitarie moderne non sono equamente distribuiti.
Negli Stati Uniti, per esempio, i casi diagnosticati sulle donne bianche sono più numerosi , 125 ogni 100mila abitanti contro 123, ma le donne nere sono più inclini a morire per questa patologia, 38 ogni 100mila abitanti contro 18.
La distribuzione geografica della malaria si sta espandendo, a causa dei cambiamenti climatici che estendono gli habitat delle zanzare portatrici di questa malattia.
La malaria uccide più bambini che adulti, tra il 16 e il 24% di tutte le morti infantili in Africa sono dovute alla malaria; la presenza di inquinanti chimici nelle riserve idriche, è un problema in forte crescita, sia nei paesi poveri che in quelli ricchi.
Lavoro
Uno dei cambiamenti più importanti nel mercato del lavoro riguarda il fatto che, in un numero senza precedenti, le donne stanno entrando a far parte della forza lavoro salariata.
Da un lato, questo comporta più emancipazione e più autonomia per le donne; essere padrone del proprio destino economico è il fondamento sul quale si basano tutti gli altri diritti.
Universalmente le donne vengono pagate di meno per un lavoro pari o equivalente, il lavoro di norma non si adatta alle esigenze biologiche di maternità delle donne, che sono sia "concentrate" in alcuni settori lavorativi sia "segregate" in lavori cosiddetti femminili.
Il governo degli USA è l'unico nel mondo sviluppato a non concedere il congedo di maternità pagato.
In gran parte del mondo le donne sono occupate in settori professionali a basso status, e impossibilitate ad accedere ai luoghi di potere all'interno delle aziende.
La Norvegia dal 2003 ha adottato una legge che richiede, nelle aziende pubbliche, la presenza di almeno il 40% di donne dirigenti; nel 2002 erano solo il 7%.
Il lavoro non pagato influisce più sulla vita delle donne che su quella degli uomini, se si tiene conto della totalità del lavoro necessario per sostenere la famiglia e le persone, se si contano le faccende domestiche e la crescita dei figli; ovunque nel mondo le donne lavorano in media il 60% in più degli uomini.
Istruzione
Nel 2012 in Pakistan alcuni uomini armati, spararono alla testa di una studentessa di 15 anni.
Cercavano di mettere a tacere Malala Yousafzai, sostenitrice attiva e molto visibile del diritto all'istruzione per le ragazze.
Malala sopravvisse ed ebbe la meglio, diventando portavoce mondiale a sostegno dell'Istruzione per le ragazze, nonché la più giovane vincitrice del premio Nobel per la Pace.
"Mi sono detta : Malala sii coraggiosa, non devi avere paura di nessuno; stai solo cercando di ricevere un'istruzione, non stai commettendo nessun crimine".
Nel mondo oggi, 520 milioni di donne non sono alfabetizzate.
Il tasso di analfabetismo femminile raggiunge l'89% in Niger e il 78% in Mali.
Nel periodo 1990-2014 in Asia meridionale si è passati dal 33% al 57% di donne alfabetizzate.
La maggioranza dei Paesi ricchi dichiara un tasso di analfabetismo pari a 0 , ma negli USA la percentuale di adulti tra i 16 e i 65 anni, con livelli molto bassi di alfabetizzazione, raggiunge in media il 19%, con punte del 43% tra gli ispanici e del 35% tra i neri; le donne sono in totale il 18%.
Proprietà e povertà
La disuguaglianza economica è strettamente collegata a quella di genere.
Nella maggioranza dei paesi del mondo, le donne non hanno diritto di possedere o gestire proprietà.
Il forum economico mondiale stima che, al ritmo attuale, il divario di genere legato alla partecipazione e alle opportunità in economia, non si chiuderà per altri 217 anni.
La disparità economica segna questo decennio: nel 2017 il 10% dei più ricchi possiede 88% nel patrimonio mondiale, l'1% più ricco possiede metà del patrimonio mondiale.
Nel 2016 dei 1810 miliardari nella lista di Forbes, l'89% è maschio.
Questi miliardari possiedono insieme la stessa ricchezza del 70% più povero dell'umanità e il fatto che siano maschi non è né casuale né irrilevante.
Ricche o povere, tutte subiscono stupri, hanno problemi di salute legati ad aborti illegali e sono degradate a causa della pornografia.
Le generalizzazioni però non devono mascherare le reali differenze che esistono tra donne: queste differenze viaggiano attraverso le linee di frattura di etnia, classe sociale, età, orientamento sessuale, religione e provenienza geografica.
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