L'impero dell'1%: separazione, violenza, colonizzazione, estrattivismo ed estinzione.


tratto da" Il pianeta di tutti" (cap.1); di Vandana Shiva.

L'impero dell'1%, (o dello 0,01% se non dello 0,001%,) usa l'ideologia della separazione per estrarre, sterminare e spingere all'estinzione le specie, le culture e le comunità.

Ci divide come società e ci estrania dalla nostra stessa umanità.

Il dominio dell'1% si fonda sulla separazione dalla terra e dalla società; è un'illusione, un artificio, un assunto imposto dai potenti, dai dominatori, per colonizzare, conquistare, sfruttare, dividere, spadroneggiare sugli altri esseri viventi, umani e non: la separazione è violenza.

La separazione è una visione del mondo, un paradigma, un'ideologia, un modo di vedere e di plasmare il pianeta, nelle nostre menti come nella natura e nella società, con mezzi violenti.

Modella le nostre idee sul sapere, la scienza e la tecnologia, sull'economia, la produzione e il consumo, sulla democrazia e la libertà, su ciò che noi siamo, sulla nostra identità e i nostri fini; sulla ragione per cui siamo al mondo.

La separazione degli umani dalla natura, crea l'eco-apartheid: separa il suolo e la terra dai nostri corpi e dalle nostre menti, separa gli aspetti interconnessi della natura, frammentandola in tante parti da sfruttare, possedere, commerciare, distruggere e gettare via; separa l'1% dal resto della società.

Separa i potenti dalle conseguenze delle loro azioni, creando la possibilità di una totale impunita e irresponsabilità.

La separazione consente a uno sparuto manipolo di uomini di credersi i padroni dell'universo, intitolati a conquistare, possedere, manipolare e controllare la natura e la società per accumulare potere e ricchezza senza limiti.

Il colonialismo ha portato alla violenta separazione delle persone dalla loro terra, dalle loro risorse, dai loro territori; e continua ancora oggi, dato che l'avidità di terra e acqua, legname e minerali, alimenta un'economia estrattiva, mentre la globalizzazione spinge verso la deregolamentazione, e la facilità di "fare affari" causa lo sradicamento delle comunità.

Il vecchio colonialismo si appropriava delle ricchezze e delle risorse delle società indigene in Africa, Asia e nelle Americhe per trasferirle in Europa; si invocavano Dio e la religione al servizio della teoria della "missione civilizzatrice", per trasformare questi atti illegali, veri e propri crimini contro l'umanità, in beni a disposizione dei monarchi europei e dei banditi, degli invasori e dei mercanti da loro protetti.

Oggi, l'1% usa la proprietà intellettuale per creare monopoli sulle nostre sementi e sul nostro cibo, sulle comunicazioni, sulle transazioni finanziarie e sulla nostra amicizia. 

Oggi i proprietari de facto della ricchezza "piratata", ottenuta attraverso un sistema economico predatorio, hanno costruito meccanismi giuridici per cautelarsi e sfuggire alle responsabilità.

Nel frattempo le economie, le attività e le comunità locali scompaiono lentamente ed inesorabilmente.

La macchina del denaro consente all'1% di estrarre ricchezza dalla natura e dalla società , e di definire il suo estrattivismo come "progresso scientifico, economico e umano".

La negazione della auto-organizzazione, dell'intelligenza, della creatività, della libertà e del potenziale, è la base del dominio, dello sfruttamento e della colonizzazione; dell'asservimento e dell'estrazione indiscriminata ai danni della natura e delle diverse culture, delle donne, delle popolazioni indigene, degli agricoltori e dei lavoratori, ad opera del potere per mezzo della violenza bruta.

Il risultato è la crisi ecologica: una crisi umana, fatta di fame e povertà, di diseguaglianze sempre più profonde, di emarginazione, alienazione e sradicamento, di spossessamento e di masse enormi di profughi.

I sistemi estrattivi lineari basati sulla violenza sono all'origine delle diseguaglianze economiche e della polarizzazione tra l'1% da una parte e il restante 99% dall'altra; costituiscono il fondamento di nuove forme di schiavismo e di una prassi senza precedenti, incentrata su sprechi scriteriati e sullo sterminio.

Lo sradicamento è considerato la via verso il progresso; per questo il trasferimento forzato delle persone è l'aspetto più violento del modello di sviluppo dominante: ogni diga, ogni autostrada, ogni città che si espande, si fonda su un esproprio violento di terre che dà origine a conflitti prolungati; conflitti destinati ad intensificarsi a causa dello sviluppo economico distorto e della guerra per le risorse.

La separazione che isola gli umani gli uni dagli altri, crea all'interno della società divisioni deliberate, sotto forma di una diseguaglianza preordinata sulla base del genere, della razza, della religione e del censo, e della consapevole adozione di una politica del "divide et impera" da parte dei detentori del potere economico.

Le nostre diversità, che sono fonte di ricchezza, vengono trasformate nella base dei nostri conflitti: da una politica di odio e di paura scaturisce un'economia dell'avidità che minaccia la democrazia e la nostra stessa umanità.

La separazione data dalla nostra concezione dell'Io, da una falsa e artificiosa idea dell'essere, per i potenti si traduce in una vita senza freni nella ricerca di un potere illimitato e senza regole, mentre per gli oppressi ne derivano insicurezza, paura e odio nei confronti dell'altro e di se stessi.

La violenza diventa pervasiva e strutturale, riprodotta ogni giorno dai nostri modi di pensare e nel sistema economico-politico; l'1%, in sostanza, sfrutta la separazione per estorcere ricchezza e poi ricorrere, da parte sua, all'integrazione per concentrare sempre di più il potere.
Settori diversi dell'economia si fondono per approfondire e ampliare il controllo e accrescere i profitti.

Le crisi profonde dell'esclusione e  dell'estinzione ci sollecitano a liberare l'intelligenza vivente di ogni essere, per rigenerare il pianeta e noi stessi.

Descrivendo ciò che accade al nostro pianeta e alle nostre risorse, al nostro denaro, alla nostra biodiversità e al nostro cibo, mostriamo il funzionamento di questi sistemi controllati dal Grande Capitale, e il futuro che stanno preparando: un futuro fondato sull'idea di "una sola scienza, una sola agricoltura, una sola storia": la visione del 1%.

Se le corporation l'avranno vinta, il fragile tessuto della vita ne sarà avvelenato, la diversità delle specie sarà destinata alla brutale semplificazione, i cittadini perderanno il diritto alle loro sementi, al loro cibo, al loro sapere e alle decisioni che li riguardano: tutte le relazioni sociali saranno disarticolate.

Il coraggio di rimediare al danno inflitto dall'1% alla Terra, e il dovere di aver cura degli esseri che la abitano, sono parte integrante della vita e del vivente.

Commenti