I commons sono un sistema sociale che si crea/riproduce attraverso la messa in comune di risorse, la comunità e il processo stesso di commoning.

Gestione collettiva e responsabilità condivisa dei beni comuni.

di socialclimatejustice.blogspot.com


Sono tre, secondo Massimo De Angelis, gli elementi costitutivi dei commons: risorse condivise, comunità e processo di messa in comune [1]. 

Lo studioso sostiene che la nozione di messa in comune sia epistemicamente disaccoppiata dal capitale e che la messa in comune sia un processo sociale che crea e riproduce i beni comuni.[2]

Il lavoro di De Angelis ha avuto un'influenza determinante nel dare forma al concetto di beni comuni e al loro potenziale per la trasformazione postcapitalista. 

Le sue idee sono state discusse e dibattute da vari studiosi e ricercatori e hanno ispirato nuove prospettive sul ruolo dei beni comuni nella creazione di una società più giusta ed equa.

Alcuni punti chiave del lavoro di De Angelis includono:

  • I beni comuni come sistema sociale che crea e riproduce i beni comuni (attraverso la messa in comune delle risorse, la comunità e il processo stesso di messa in comune).
  • Il concetto di messa in comune come epistemicamente disaccoppiato dal capitale.
  • La messa in comune come processo sociale che crea e riproduce la comunità e il bene comune.
  • I beni comuni come potenziale per creare una società più giusta ed equa.

Un approccio radicale alla comprensione della crisi ecologica, dunque, che sottolinea l'importanza dei beni comuni nella creazione di una società più giusta ed equa.

Importanza dei beni comuni nella lotta contro il cambiamento climatico

I beni comuni, come le risorse naturali, gli spazi pubblici e le reti comunitarie, sono inoltre fondamentali per resistere agli effetti peggiori del cambiamento climatico, attraverso:

  • Gestione delle risorse naturali guidata dalla comunità; i beni comuni possono essere gestiti e protetti dalle comunità locali, garantendo che le risorse naturali siano utilizzate in modo rigenerativo ed equo.
  • Promozione di un'agricoltura sostenibile; i beni comuni possono sostenere pratiche agricole sostenibili, riducendo l'impronta di carbonio della produzione alimentare, promuovendo i sistemi alimentari locali.
  • Rafforzamento della resilienza della comunità; i beni comuni possono fornire una rete di sicurezza per le comunità colpite da disastri legati al clima, aiutandole a riprendersi e ad adattarsi alle mutevoli condizioni ambientali.
  • Promozione della coesione sociale; i beni comuni possono unire le persone, promuovendo la coesione sociale e l'azione collettiva di fronte al cambiamento climatico.

È necessario dunque un cambiamento di prospettiva: un cambiamento che potrebbe aiutare a costruire una società più giusta e sostenibile, in grado di affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico.[3]

Per un'ecologia del diritto 

Anche la tradizionale comprensione del diritto come insieme di regole e norme non è più sufficiente per affrontare le complesse questioni ambientali e sociali del nostro tempo. 

Serve un approccio ecologico al diritto, che consideri l'interconnessione dei sistemi umani e naturali.

Serve sottolineare l'importanza di riconoscere il valore intrinseco della natura e la necessità di andare oltre un approccio antropocentrico al diritto.

L'attuale sistema legale (laddove non direttamente o indirettamente responsabile) è incapace di affrontare le cause profonde del degrado ambientale e dell'ingiustizia sociale.

Si rende necessaria una critica del sistema legale tradizionale e della sua incapacità di affrontare le complesse questioni ambientali e sociali del nostro tempo. 

Un approccio ecologico al diritto è una risposta tempestiva e necessaria alla crisi attuale.

Uno dei punti di forza di una ecologia del diritto consisterebbe nella capacità di sfidare l'approccio antropocentrico dominante nel diritto ed evidenziare la necessità di una comprensione più olistica della relazione tra esseri umani e natura. 

L'enfasi sul valore intrinseco della natura è particolarmente importante, poiché riconosce il valore di entità ed ecosistemi non umani: un prezioso contributo al dibattito in corso sul ruolo del diritto nell'affrontare questioni ambientali e sociali. 

Un appello per un approccio più ecologico del diritto è un passo necessario verso la creazione di un futuro più giusto.

Per comprendere meglio questa proposta è essenziale esaminare gli sviluppi storici che hanno plasmato la nostra comprensione del diritto e del suo rapporto con la natura.

Le radici dell'antropocentrismo

L'approccio antropocentrico al diritto, affonda le sue radici nell'antica filosofia greca. 

Il concetto di antropocentrismo, che pone gli esseri umani al centro dell'universo, è stato perpetuato nel corso della storia. 

Lo sviluppo di questa prospettiva ha progressivamente portato allo sfruttamento delle risorse naturali e al degrado dell'ambiente.

Nel XVII e XVIII secolo, l'Illuminismo e la Rivoluzione scientifica hanno ulteriormente consolidato la nozione di esseri umani separati e superiori alla natura. 

Ciò ha portato allo sviluppo del capitalismo moderno, che ha dato priorità alla crescita economica e al profitto rispetto alle preoccupazioni ambientali e sociali.

La necessità di un cambiamento di paradigma

Le attuali crisi socioecologiche richiedono un cambiamento fondamentale anche nella nostra comprensione del diritto e della sua relazione con la natura. 

Un approccio ecologico al diritto  riconoscerebbe l'interconnessione dei sistemi umani e naturali e il valore intrinseco della natura.

Un approccio ecologico al diritto fornirebbe, inoltre, un quadro più olistico e sostenibile per affrontare le complesse sfide del nostro tempo, e il concetto di Commons, in questo senso, è una componente fondamentale.

La comprensione tradizionale del diritto non è riuscita a riconoscere l'importanza dei Commons nel mantenimento della salute e della resilienza dei sistemi naturali.

I Commons 

Commons si riferisce a risorse condivise che sono possedute e gestite collettivamente da una comunità o società nel suo complesso. 

Queste possono includere risorse naturali come foreste, acqua e terra, così come risorse culturali e sociali come lingua, tradizioni e conoscenza.

I beni comuni sono caratterizzati da diverse caratteristiche chiave, tra cui:

  • Proprietà collettiva 
  • Accesso condiviso
  • Gestione collettiva 
  • Valore intrinseco 

Il riconoscimento e la protezione dei beni comuni sono componenti essenziali di un approccio ecologico al diritto. 

Questo perché i beni comuni possono:

  • Mantenere i servizi ecosistemici
  • Sostenere la biodiversità
  • Promuovere la resilienza delle comunita'

Nonostante la loro importanza, i beni comuni, oggi come ieri, devono affrontare diverse sfide, tra cui recinzioni, privatizzazioni, sfruttamento, degrado e mancanza di riconoscimento.[4]

Sarà dunque necessario, oltre che auspicabile, un cambiamento di prospettiva: da un focus sulla proprietà privata individuale e il profitto a uno sulla gestione collettiva e la responsabilità condivisa per i beni comuni. 


[1]http://makecommoningwork.fed.wiki/view/massimo-de-angelis-on-commoning

[2]https://www.academia.edu/76076867/Omnia_Sunt_Communia_On_the_Commons_and_the_Transformation_to_Postcapitalism

[3]https://socialclimatejustice.blogspot.com/2022/09/i-beni-comuni-rivestono-un-ruolo.html

[4]https://socialclimatejustice.blogspot.com/2022/02/ecologia-del-diritto-negli-ultimi.html?m=1

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