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Genesi, sviluppo e crisi del capitalismo globale.
L'analisi del "sistema-mondo" rappresenta una delle più influenti e ambiziose teorie emerse nella seconda metà del XX secolo: essa offre una critica radicale alle teorie della modernizzazione e alla storiografia tradizionale incentrata sullo stato-nazione.
Sviluppata da un gruppo eterogeneo di studiosi, questa scuola di pensiero postula che l'unità di analisi fondamentale per comprendere la storia e le disuguaglianze sociali non sia la singola società né la nazione, ma un'entità più ampia: il "sistema-mondo".
Immanuel Wallerstein e la genesi del "Sistema-Mondo Moderno"
Immanuel Wallerstein è universalmente riconosciuto come il fondatore e il più sistematico teorico della scuola.
La sua opera monumentale, "Il sistema mondiale dell'economia moderna", traccia le origini storiche di un'unica economia-mondo capitalistica emersa in Europa nel "lungo XVI secolo" (circa 1450-1640).
Il cuore dell'analisi di Wallerstein risiede nella sua concettualizzazione di questo sistema come una struttura gerarchica tripartita.
Questa struttura è composta dal
Centro: aree geografiche che dominano il sistema e si caratterizzano per una produzione ad alta tecnologia, salari elevati, un forte apparato statale capace di proteggere gli interessi della propria borghesia e un'economia diversificata.
Periferia: aree sfruttate dal Centro e specializzate nell'esportazione di materie prime e prodotti agricoli (a basso costo), bassi salari, stati nazionali deboli e un'economia non diversificata.
Semiperiferia: una zona intermedia che presenta caratteristiche sia del centro che della periferia.
La semiperiferia svolge una funzione cruciale di stabilizzazione politica; agendo come cuscinetto tra centro e periferia, essa impedisce una polarizzazione eccessiva che potrebbe destabilizzare il sistema.
Per Wallerstein, il capitalismo non è semplicemente un "modo di produzione", ma una caratteristica intrinseca del sistema-mondo, definito dalla divisione assiale del lavoro su scala globale e dall'incessante accumulazione di capitale.
Questo sistema è intrinsecamente diseguale e lo sfruttamento della periferia da parte del centro è una condizione necessaria per il suo funzionamento.
Un altro concetto chiave è quello dei cicli egemonici: nel corso della sua storia, il sistema-mondo ha visto una successione di potenze egemoni (le Province Unite, il Regno Unito e gli Stati Uniti) che hanno garantito, per un periodo limitato, la stabilità politica e militare necessaria all'espansione dell'economia-mondo.
Andre Gunder Frank e lo "Sviluppo del Sottosviluppo"
Andre Gunder Frank, sebbene spesso associato alla "Teoria della Dipendenza", è una figura cruciale anche nella genealogia della scuola del sistema-mondo.
Il suo lavoro precede e ispira quello di Wallerstein.
Nella sua opera fondamentale, "Capitalismo e sottosviluppo in America Latina", Frank conia il termine "sviluppo del sottosviluppo" (development of underdevelopment).
Con questa formula provocatoria, egli rovescia la tesi delle "teorie della modernizzazione", secondo cui il sottosviluppo sarebbe uno stadio primitivo o "tradizionale" che le nazioni dovrebbero (presto o tardi) superare.
Per Frank, il sottosviluppo non è una condizione originaria, ma il prodotto diretto del processo storico di espansione capitalistica.
Le regioni oggi "sottosviluppate" non sono mai state "non sviluppate"; al contrario, sono state attivamente e forzatamente integrate nell'economia mondiale come satelliti delle metropoli capitalistiche.
La struttura stessa di questa relazione, una catena di rapporti metropoli-satellite
che si estende dal centro globale fino alle aree rurali più remote della periferia, genera simultaneamente ricchezza nelle metropoli e povertà nei satelliti.
In "ReOrient: Global Economy in the Asian Age", Frank radicalizza la sua prospettiva, criticando l'approccio "eurocentrico": l'ascesa europea è, per l'autore, un fenomeno recente e temporaneo, una parentesi storica del sistema globale.
Samir Amin: Eurocentrismo e "Legge del valore mondializzata"
Samir Amin ha arricchito l'analisi del sistema-mondo con una prospettiva marcatamente marxista e terzomondista.
La sua critica si concentra sui meccanismi economici che perpetuano la disuguaglianza su scala globale.
In alcune delle sue opere principali, come "L'accumulazione su scala mondiale" e "L'eurocentrismo", l'autore sviluppa concetti originali e potenti.
Il contributo teorico più importante di Amin è la sua formulazione della "legge del valore mondializzata".
Adattando la teoria del valore-lavoro di Marx al contesto globale, Amin sostiene che il plusvalore non venga estratto solo a livello nazionale, ma sia sistematicamente trasferito dalla periferia al centro attraverso un meccanismo di "scambio ineguale".
Questo avviene perché, a parità di produttività, il costo del lavoro nella periferia è drasticamente inferiore.
Il risultato è un tasso di estrazione di valore molto più alto nella periferia, che viene però accumulato nei paesi del centro, perpetuando così il divario tra le nazioni.
Amin è anche un critico feroce dell'eurocentrismo, che egli definisce non solo come un pregiudizio culturale, ma come una "deformazione ideologica connaturata al capitalismo storico", che universalizza il percorso di sviluppo occidentale e ne maschera la natura predatoria.
Di fronte a questa realtà, Amin propone una strategia politica radicale: lo sganciamento delle logiche dello sviluppo interno dalle relazioni economiche esterne, rifiutando di adeguarsi passivamente alle richieste del mercato mondiale per costruire un modello di sviluppo policentrico e autonomo.
Giovanni Arrighi e i "Cicli sistemici di accumulazione"
Giovanni Arrighi, allievo di Wallerstein e pensatore profondamente originale, ha offerto un'analisi sofisticata dei cicli di lungo periodo del capitalismo.
La sua opera più celebre, "Il lungo XX secolo: Denaro, potere e le origini del nostro tempo", integra l'analisi di Wallerstein con le intuizioni di Fernand Braudel e Karl Marx per tracciare la storia del capitalismo come una successione di cicli sistemici di accumulazione.
Ogni ciclo è guidato da una potenza egemone (prima Genova, poi le Province Unite, il Regno Unito e infine gli Stati Uniti) e si articola in due fasi principali, seguendo la formula marxiana D-M-D' (Denaro - Merce - Più Denaro).
Fase di espansione materiale (M): il capitale viene investito nella produzione e nel commercio di beni.
Questa fase è caratterizzata da crescita economica, stabilità e dal controllo egemonico dello Stato-guida.
Fase di espansione finanziaria (D'): quando gli investimenti nella produzione diventano meno redditizi a causa della crescente concorrenza, il capitale si sposta verso la finanza.
Questa fase è caratterizzata da finanziarizzazione, speculazione e instabilità, e segnala la "fine autunnale" dell'egemonia in corso, aprendo la strada a un periodo di caos sistemico dal quale emergerà un nuovo egemone.
Secondo Arrighi, la finanziarizzazione globale osservata a partire dagli anni '70 del Novecento non è un fenomeno nuovo, ma la fase terminale del ciclo egemonico statunitense.
In opere successive, come "Adam Smith a Pechino", Arrighi analizza la spettacolare ascesa economica della Cina, chiedendosi se questa possa prefigurare l'emergere di un nuovo tipo di ciclo di accumulazione, non egemonico ma potenzialmente capace di superare le contraddizioni del capitalismo occidentale.
Un'eredità intellettuale condivisa e plurale
Immanuel Wallerstein, Andre Gunder Frank, Samir Amin e Giovanni Arrighi, pur con accenti e prospettive differenti, hanno condiviso un progetto intellettuale comune: decostruire le narrazioni eurocentriche e Stato-centriche per svelare le dinamiche strutturali di lungo periodo che governano il capitalismo come sistema-mondo.
Wallerstein ha fornito l'architettura storica e concettuale; Frank ha messo a nudo la dialettica tra sviluppo e sottosviluppo; Amin ha svelato i meccanismi economici dello sfruttamento globale; Arrighi ha analizzato le logiche cicliche del capitale e del potere.
Insieme, i loro lavori costituiscono un corpus teorico indispensabile per chiunque voglia comprendere le radici storiche delle disuguaglianze globali, le crisi ricorrenti del capitalismo e le complesse trasformazioni geopolitiche del nostro tempo.
La loro eredità non risiede in un dogma monolitico, ma in un potente invito a pensare il mondo nella sua totalità storica e strutturale.
Immanuel Wallerstein: "Il sistema mondiale dell'economia moderna";
André Gunder Frank: "Capitalismo e sottosviluppo in America Latina";
André Gunder Frank: "ReOrient: Global Economy in the Asian Age";
Samir Amin: "L'accumulazione su scala mondiale";
Samir Amin: "L'eurocentrismo";
Giovanni Arrighi: "Il lungo XX secolo: Denaro, potere e le origini del nostro tempo";
Giovanni Arrighi: "Adam Smith a Pechino".
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